Col numero di aprile di MicroMega era in allegato una monografia sulla Sindone di Torino, intitolata L'inganno della Sindone. Questo è il quarto post con il quale sto recensisco gli articoli contenuti nella monografia (gli altri posts sono visualizzabili tramite l'etichetta «L'inganno della Sindone»).
Sindoni giudaiche contemporanee a Gesù
Antonio Lombatti
Vorrei riassumere il saggio di Antonio Lombatti partendo dalla fine. Dopo una panoramica sulle sindoni giudaiche dei primi secoli della nostra era, Lombatti scrive infatti:
Di particolare interesse sono ovviamente i dati sui corredi funebri: Lombatti riferisce di una sessantina di panni funebri, in vario stato di conservazione, e riassume le conclusioni che se ne possono trarre riguardo:
Il sudario, secondo il rito ebraico dell'epoca,
intere che si sono conservate intatte fino ai giorni nostri; una di queste è stata trovata a Khiribet Qazone, ed è ottenuta con trama 2:2 da un filo di lana a torcitura 'S'.
A fronte di questa uniformità di caratteristiche, la Sindone di Torino spicca per la sua diversità. Se le sindoni ebraiche avevano una trama semplice 1:1 o 2:2, la Sindone è un tessuto a spina di pesce in rapporto 3:1; se la torcitura delle sindoni ebraiche è quella 'S' tipica della Palestina, la Sindone è intessuta con un filo a torcitura 'Z', la norma in Grecia e Italia. Infine, il fatto che la Sindone di Torino fosse un unico panno appoggiato attorno al cadavere è in contrasto con i ritrovamenti archeologici, che permettono di ricostruire un corredo funebre composto da più panni avvolti attorno al corpo e da alcune corde per tenerlo legato; è anche in contrasto con le norme dell'epoca, come quella contenuta nel Mishnah Semahot 8.7, secondo il quale il cadavere andava legato completamente da con più teli.
In realtà il saggio di Lombatti si occupa di sfatare altri due miti. Il primo è che la sindone torinese abbia dimensioni che sono un multiplo esatto delle unità di misura ebraiche dell'epoca: Lombatti mostra come questa affermazione sia sbagliata.
Il secondo riguarda la corrispondenza tra l'unica testimonianza archeologica di una crocefissione, il cosiddetto «uomo di Giv'at HaMivtar», e la raffigurazione sindonica; o meglio, la presunta corrispondenza, dato che Lombatti mostra come il sindonologo Pier Luigi Baima Bollone si sbagli, e questa corrispondenza non vi sia. L'«uomo di Giv'at HaMivtar», infatti, fu crocifisso con le braccia legate alla traversa della croce e i piedi inchiodati ai lati del palo (è più facile capirlo tramite un disegno, e infatti sarebbe stato opportuno includerne uno nell'articolo).
Sullo stesso argomento Lombatti ha scritto l'articolo «La Sindone e il giudaismo al tempo di Gesù. Disinformazione su Masada, crocifissione e sepolture ebraiche», sul sito del CICAP. Nell'articolo sono presenti raffigurazioni della sepoltura ebraica con sudarii, della differenza tra filato 'S' e 'Z', e della modalità di crocifissione dell'«uomo di Giv'at HaMivtar».
Sindoni giudaiche contemporanee a Gesù
Antonio Lombatti
Vorrei riassumere il saggio di Antonio Lombatti partendo dalla fine. Dopo una panoramica sulle sindoni giudaiche dei primi secoli della nostra era, Lombatti scrive infatti:
Per concludere, come scrivono i maggiori archeologi israeliani che hanno scavato tombe del periodo romano in Palestina per oltre trent'anni – L. Rahmani, R. Hachlili, S. Gibson – chi ha creato la Sindone era una persona completamente ignorante degli usi e dei costumi funebri del giudaismo al tempo di Gesù.Per sostenere questa conclusione, Lombatti indaga tra le pubblicazioni scientifiche sui ritrovamenti di tombe giudaiche risalenti al periodo tra il IV secolo a.C. e il I secolo d.C.; a partire da questi ritrovamenti (oltre cinquemila tombe analizzate), gli archeologi sono in grado di dirci molto sulle pratiche funerarie degli ebrei di duemila anni fa in Palestina.
Di particolare interesse sono ovviamente i dati sui corredi funebri: Lombatti riferisce di una sessantina di panni funebri, in vario stato di conservazione, e riassume le conclusioni che se ne possono trarre riguardo:
pluralità di teli diversi utilizzati – gran parte di essi era di lana – torcitura a S e corde per bloccare il movimento degli arti.I tre punti comuni ai vari ritrovamenti sono significativi. Gli Ebrei di duemila anni fa seppellivano i morti legandoli con corde e avvolgendoli in più teli, di cui uno per il volto; i tessuti erano con fili a torcitura 'S', tipica della Palestina, ed erano relativamente semplici (rapporti trama-ordito 1:1 o 2:2), per lo più in lana, ma anche in lino e cotone.
Il sudario, secondo il rito ebraico dell'epoca,
doveva sfaldarsi naturalmente in circa un anno di tempo e in modo che si potesse procedere all'ossilegium (Tohorot Keilim IX,4), ovvero alla risepoltura dei resti in un ossario.e questo spiega il ridotto numero di sindoni ebraiche
A fronte di questa uniformità di caratteristiche, la Sindone di Torino spicca per la sua diversità. Se le sindoni ebraiche avevano una trama semplice 1:1 o 2:2, la Sindone è un tessuto a spina di pesce in rapporto 3:1; se la torcitura delle sindoni ebraiche è quella 'S' tipica della Palestina, la Sindone è intessuta con un filo a torcitura 'Z', la norma in Grecia e Italia. Infine, il fatto che la Sindone di Torino fosse un unico panno appoggiato attorno al cadavere è in contrasto con i ritrovamenti archeologici, che permettono di ricostruire un corredo funebre composto da più panni avvolti attorno al corpo e da alcune corde per tenerlo legato; è anche in contrasto con le norme dell'epoca, come quella contenuta nel Mishnah Semahot 8.7, secondo il quale il cadavere andava legato completamente da con più teli.
In realtà il saggio di Lombatti si occupa di sfatare altri due miti. Il primo è che la sindone torinese abbia dimensioni che sono un multiplo esatto delle unità di misura ebraiche dell'epoca: Lombatti mostra come questa affermazione sia sbagliata.
Il secondo riguarda la corrispondenza tra l'unica testimonianza archeologica di una crocefissione, il cosiddetto «uomo di Giv'at HaMivtar», e la raffigurazione sindonica; o meglio, la presunta corrispondenza, dato che Lombatti mostra come il sindonologo Pier Luigi Baima Bollone si sbagli, e questa corrispondenza non vi sia. L'«uomo di Giv'at HaMivtar», infatti, fu crocifisso con le braccia legate alla traversa della croce e i piedi inchiodati ai lati del palo (è più facile capirlo tramite un disegno, e infatti sarebbe stato opportuno includerne uno nell'articolo).
Sullo stesso argomento Lombatti ha scritto l'articolo «La Sindone e il giudaismo al tempo di Gesù. Disinformazione su Masada, crocifissione e sepolture ebraiche», sul sito del CICAP. Nell'articolo sono presenti raffigurazioni della sepoltura ebraica con sudarii, della differenza tra filato 'S' e 'Z', e della modalità di crocifissione dell'«uomo di Giv'at HaMivtar».
"L'«uomo di Giv'at HaMivtar», infatti, fu crocifisso con le braccia legate alla traversa della croce e i piedi inchiodati ai lati del palo (è più facile capirlo tramite un disegno, e infatti sarebbe stato opportuno includerne uno nell'articolo)"...
RispondiEliminaa parte che potrei ribattere dicendo che fior di studiosi hanno dato una interpretazione diversa del crocefisso di Giv'at HaMivtar a cominciare da chi scoprì la tomba...
ma al di là di queste questioni che lasciamo ai dibattiti degli esperti..
lombatti vorrebbe concludere che "ogni" crocefisso era trattato allo stesso modo?
esisteva un "unico" modo di crocefiggere i condannati?
"se la torcitura delle sindoni ebraiche è quella 'S' tipica della Palestina, la Sindone è intessuta con un filo a torcitura 'Z', la norma in Grecia e Italia"..
RispondiElimina"tipico", "norma" sono termini che non significano nè "esclusivo" nè "unico"...
potrà essere sorprendente ma in quei tempi le vie del commercio erano molto più aperte di oggi..
"lombatti vorrebbe concludere che "ogni" crocefisso era trattato allo stesso modo?"
RispondiEliminaNo, fa notare che nell'unico caso noto la tipologia è differente, e che un sindonologo come Bollone continua a riportare la versione che gli fa più comodo, sebbene sia sbagliata.
""tipico", "norma" sono termini che non significano nè "esclusivo" nè "unico"..."
Vero. Ma indicano una m,arcata preferenza per una tipologia rispetto all'altra. Si noti, inoltre, che qui si parla di fabbricazione: nulla vieta di pensare che il telo sindonico sia stato intessuto fuori dalla Palestina, ma è significativo che sia poco probabile la sua fabbricazione in quell'area.
"potrà essere sorprendente ma in quei tempi le vie del commercio erano molto più aperte di oggi.."
ciò non toglie che le sindoni ebraiche conservatesi sono tutte a torcitura 'S', quella tipica palestinese, mentre la Sindone di Torino è a torcitura 'Z', tipica di altre zone.
IlCensore
1)non riesco a trovare cosa dice semahot 8.7 in merito all'argomento...
RispondiElimina2) quale è la versione sbagliata di baima bollone?
"non riesco a trovare cosa dice semahot 8.7 in merito all'argomento..."
RispondiEliminaNon ho letto la fonte originale, riporto quanto detto da Lombatti.
"quale è la versione sbagliata di baima bollone?"
Sostiene che il chiodo sia più lungo di quanto non sia in realtà, in modo da poter sostenere che fosse stato usato per inchiodare entrambi i piedi, l'uno sull'altro, invece che un piede solo, quello in cui è stato ritrovato.
baima bollone non "sbaglia" ma riporta quanto affermato dallo scopritore della tomba che ha pubblicato i primi studi: secondo costui il chiodo era lungo 7 inches.
RispondiEliminasuccessivamente l'antropologo zias ha sostenuto che il chiodo sia lungo 4,5 inches..
per quanto mi riguarda, guardando com'è ridotto il chiodo, penso ci sarà ancora da discutere.
c'è una frase che non capisco..
RispondiElimina"...e questo spiega il ridotto numero di sindoni ebraiche intere che si sono conservate intatte fino ai giorni nostri"...
questa frase sta ad indicare che gli ebrei usavano ANCHE sindoni intere? ovvero anche teli interi e non solo fasce?
o per "sindone intera" si intende una "fasciatura completa"?
"questa frase sta ad indicare che gli ebrei usavano ANCHE sindoni intere?"
RispondiEliminaNo, intendevo dire conservatesi nella loro integrità. La maggior parte sono in pezzi.
" Gli Ebrei di duemila anni fa seppellivano i morti legandoli con corde e avvolgendoli in più teli, di cui uno per il volto"..
RispondiEliminaquindi lombatti esclude che gli ebrei potessero usare un unico grande telo per fasciare tutto il corpo..
"quindi lombatti esclude"
RispondiEliminaNon è Lombatti che lo dice, ma i ritrovamenti, questo è chiaro, no?
mi viene da chiedere..
RispondiEliminama se i ritrovamenti sono tanto frammentari come si fa a sapere che c'erano più teli e non uno solo?
"ma se i ritrovamenti sono tanto frammentari come si fa a sapere che c'erano più teli e non uno solo?"
RispondiEliminaNell'articolo di Lombatti è presente la bibliografia, per chi volesse approfondire gli studi.
Comunque non mi pare impossibile, in linea di principio, comprendere che dei frammenti appartengono a teli diversi.
"Comunque non mi pare impossibile, in linea di principio, comprendere che dei frammenti appartengono a teli diversi"..
RispondiEliminasì in linea di principio, se i teli sono dello stesso materiale e con la stessa trama...
altrimenti è solo una "ricostruzione" archeologica..
"sì in linea di principio, se i teli sono dello stesso materiale e con la stessa trama...
RispondiEliminaaltrimenti è solo una "ricostruzione" archeologica.."
Puoi andarti a leggere le pubblicazioni relative e verificare quale sia il caso. Fino a quel momento, queste sono accuse senza fondamento.
IlCensore
quando mai parlare di una "ricostruzione" significa accusare qualcuno?
RispondiEliminasto solo ponendo delle domande..
"è anche in contrasto con le norme dell'epoca, come quella contenuta nel Mishnah Semahot 8.7, secondo il quale il cadavere andava legato completamente da con più teli"..
RispondiEliminaquesto è il capitolo 8 del semahot:
http://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/Talmud/er-8.html
credendo che sia il testo a cui si riferisce l'articolo vorrei che qualcuno mi dicesse dove è indicato l'uso di "legare completamente con più teli"..
"è anche in contrasto con le norme dell'epoca, come quella contenuta nel Mishnah Semahot 8.7, secondo il quale il cadavere andava legato completamente da con più teli"
RispondiEliminaquesto è il capitolo 8 del semahot:
http://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/Talmud/er-8.html
ora se qualcuno vuole dirmi dove sarebbe la norma che parla di "legare completamente con più teli" gliene sarei grato...
Ti stai rivolgendo alla persona sbagliata. L'autore dell'articolo è Antonio Lombatti.
RispondiEliminaa proposito del fatto che gli ebrei dovessero venire sepolti con tanti teli o fasce vorrei che qualcuno mi spiegasse questi passi del trattato kilaim contenuto nel talmud:
RispondiEliminahttp://books.google.it/books?id=g-I2lsTK__wC&pg=PA252&lpg=PA252&dq=talmud+kilaim&source=bl&ots=4TVgbj4qVm&sig=9wEvbyrm4NAb68GRvRvgg6lHZTM&hl=it&ei=O63_S46kOs_8_Aai7OXLAg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=2&ved=0CB4Q6AEwAQ#v=onepage&q=%22do%20not%20use%20many%20shrouds%20on%20me%22%20%22rebbi%20was%20buried%20in%20a%20single%20shroud%22&f=false
Vedo che non leggi quello che dovresti.
RispondiEliminaMi pare inutile continuare.
anche le domande che non ricevono risposte sono significative..
RispondiEliminae servono a far capire ai lettori che le cose non sono mai tanto semplici come si vorrebbe far credere..
Ho detto e ridetto che non sono io la persona cui devi porre quelle domande. Il fatto che tu faccia finta di non aver capito fa comprendere quali siano le tue intenzioni.
RispondiEliminaComplimenti per l'appassionata e necessaria ricerca: il tema è prettamente scientifico ma impatta sulla storia delle religioni. Secondo fonti non scientifiche, ma da rivelazioni (cfr. Emmerich, Valtorta prima degli approfondimenti sulla Sindone) che senza tema di dubbio possiamo continuare a classificare poemi letterari, i lini sarebbero pervenuti alla madre di Gesù dopo la cattura del figlio, a lei offerti tramite Claudia Procla. Secondo studi su base grafica e storica i lini completi furono almeno 2, si citano quella italica (Torino) e quella tedesca (Acquisgrana). Poi abbiamo quello spagnolo (Oviedo) e l'ulteriore versione italica invero intrigante (Manoppello) di cui è possibile prendere visione. Pertanto si parte da una base di 4 teli, studiati, a crescere (la cuffia di Cahors sarebbe piuttosto rovinata); in due casi coincide il sangue AB (Oviedo e Torino); il lino marino di Manoppello offre possibilità di studio grafiche e su modalità di tessitura per lini di pregio...facilmente questi lini non furono soli, per cui saranno graditi ulteriori contributi indipendenti.
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