Ho notato che ci sono persone che cercano il riferimento per i versetti letti nel film Agora. In una delle scene finali del film, Cirillo di Alessandria riunisce a messa i principali funzionari imperiali della città, tra cui Oreste, il praefectus augustalis e suo avversario. Poi legge loro queste parole, dalla Prima lettera a Timoteo (capitolo 2):
Per onestà devo sottolineare il fatto che la Prima lettera a Timoteo, come le altre due lettere pastorali (la Seconda lettera a Timoteo e la Lettera a Tito), sono considerate pseudoepigrafe dalla moderna critica biblica: vale a dire che qualcuno che non era Paolo le ha scritte fingendo di essere l'apostolo per rendere più autorevoli le proprie parole.
Ma per affermare che Paolo avesse una visione misogina non c'è bisogno di appellarsi alla Prima lettera a Timoteo, anche se questa formulazione è molto chiara. Nella Prima lettera ai Corinzi, lettera considerata quasi unanimemente autentica, Paolo scrive infatti (capitolo 11):
Ma che siano autentici o no, non importa: come ha detto l'autore di un blog cattolico, "comunque sono entrati nella definizione di Chiesa"; cioè, rielaborando, che questi versetti siano di Paolo o meno, sono stati considerati autentici e ispirati e hanno contribuito a formare la visione della donna all'interno della Chiesa e del mondo occidentale.
I brani del Nuovo Testamento sono nella traduzione della Nuova Riveduta.
9 Allo stesso modo, le donne si vestano in modo decoroso, con pudore e modestia: non di trecce e d'oro o di perle o di vesti lussuose, 10 ma di opere buone, come si addice a donne che fanno professione di pietà. 11 La donna impari in silenzio con ogni sottomissione. 12 Poiché non permetto alla donna d'insegnare, né di usare autorità sul marito, ma stia in silenzio.La citazione di Cirillo, nell'intento del regista, è chiara: Oreste deve rinunciare ai consigli di Ipazia, una donna, e sottomettersi all'autorità della Chiesa.
Per onestà devo sottolineare il fatto che la Prima lettera a Timoteo, come le altre due lettere pastorali (la Seconda lettera a Timoteo e la Lettera a Tito), sono considerate pseudoepigrafe dalla moderna critica biblica: vale a dire che qualcuno che non era Paolo le ha scritte fingendo di essere l'apostolo per rendere più autorevoli le proprie parole.
Ma per affermare che Paolo avesse una visione misogina non c'è bisogno di appellarsi alla Prima lettera a Timoteo, anche se questa formulazione è molto chiara. Nella Prima lettera ai Corinzi, lettera considerata quasi unanimemente autentica, Paolo scrive infatti (capitolo 11):
1 Siate miei imitatori, come anch'io lo sono di Cristo. 2 Ora vi lodo perché vi ricordate di me in ogni cosa, e conservate le mie istruzioni come ve le ho trasmesse.Aggiunge poi, al capitolo 14:
3 Ma voglio che sappiate che il capo di ogni uomo è Cristo, che il capo della donna è l'uomo, e che il capo di Cristo è Dio. 4 Ogni uomo che prega o profetizza a capo coperto fa disonore al suo capo; 5 ma ogni donna che prega o profetizza senza avere il capo coperto fa disonore al suo capo, perché è come se fosse rasa. 6 Perché se la donna non ha il capo coperto, si faccia anche tagliare i capelli! Ma se per una donna è cosa vergognosa farsi tagliare i capelli o radere il capo, si metta un velo. 7 Poiché, quanto all'uomo, egli non deve coprirsi il capo, essendo immagine e gloria di Dio; ma la donna è la gloria dell'uomo; 8 perché l'uomo non viene dalla donna, ma la donna dall'uomo; 9 e l'uomo non fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo. 10 Perciò la donna deve, a causa degli angeli, avere sul capo un segno di autorità. 11 D'altronde, nel Signore, né la donna è senza l'uomo, né l'uomo senza la donna. 12 Infatti, come la donna viene dall'uomo, così anche l'uomo esiste per mezzo della donna e ogni cosa è da Dio. 13 Giudicate voi stessi: è decoroso che una donna preghi Dio senza avere il capo coperto? 14 Non vi insegna la stessa natura che se l'uomo porta la chioma, ciò è per lui un disonore? 15 Mentre se una donna porta la chioma, per lei è un onore; perché la chioma le è data come ornamento.
34 Come si fa in tutte le chiese dei santi, le donne tacciano nelle assemblee, perché non è loro permesso di parlare; stiano sottomesse, come dice anche la legge. 35 Se vogliono imparare qualcosa, interroghino i loro mariti a casa; perché è vergognoso per una donna parlare in assemblea.Ancora una volta, è stato proposto che i versetti 14,34-35 siano un'interpolazione successiva.
Ma che siano autentici o no, non importa: come ha detto l'autore di un blog cattolico, "comunque sono entrati nella definizione di Chiesa"; cioè, rielaborando, che questi versetti siano di Paolo o meno, sono stati considerati autentici e ispirati e hanno contribuito a formare la visione della donna all'interno della Chiesa e del mondo occidentale.
I brani del Nuovo Testamento sono nella traduzione della Nuova Riveduta.
beh, del resto la chiesa cattolica dà continua prova di misoginia, se non altro perché le donne sono escluse da qualsiasi tipo di decisionalità.
RispondiEliminache in effetti non è solo misoginia, è ginofobia.
(ma perché agora e non agorà? per la distribuzione americana?)
Io credo che al suo interno una religione possa decidere i rapporti sociali tra i suoi aderenti. L'importante e' che questi siano convinti di quello che fanno, non obbligati dalle leggi di uno Stato.
RispondiEliminaEric
Quindi se ti convinco che devi morire per motivi religiosi non ti sto inducendo al suicidio... Non mi convince.
RispondiEliminaall'anonimo: può decidere, secondo me, i rapporti funzionali, ma non quelli sociali.
RispondiEliminaPerche' no? se tu per motivi religiosi mi convinci a suicidarmi e' lecito. Voglio dire, e' la legge della giungla. Se la tua mente e' cosi' fessa da farsi infinocchiare da chiacchiere e' giusto che crepi di chiacchiere. Quello che non ti concedo di fare e' di esercitare atti di lobbismo nei confronti di un governo che emetta una legge per cui io sia costretto a darti retta e suicidarmi.
RispondiEliminaE comunque non c'entra una cippa la religione in quest'esempio. Se mi convinci che devo morire per motivi sociali, o umanitari non e' comunqui indurre al suicidio?
La mia filosofia di base e' che piu' o meno ciascuno dovrebbe fare quello che crede. Se le donne cattoliche accettano e condividono il fatto di rimanere sottomesse al marito, buon pro gli faccia. Spero (anche se non credo in realta')che trovino una certa soddisfazione in questa loro convinzione.
Eric
"Voglio dire, e' la legge della giungla. Se la tua mente e' cosi' fessa da farsi infinocchiare da chiacchiere e' giusto che crepi di chiacchiere."
RispondiEliminaSpiacente, ma non andiamo d'accordo sulle basi.
"E comunque non c'entra una cippa la religione in quest'esempio. Se mi convinci che devo morire per motivi sociali, o umanitari non e' comunqui indurre al suicidio?"
Per me si, per te no.
quindi credi che ci debba essere una legge che mi impedisca di fare quello che preferisco, se quello che preferisco e' una boiata? (ovviamente non parliamo di andare ad accoppare gente, intendo esercitare il libero arbitrio nei limiti della mia persona)
RispondiEliminaSuona davvero una roba da Stato autoritario... perche' poi chi decide cosa e' una boiata e cosa non lo e'? Non mi piacerebbe che una maggioranza, per quanto vasta, decida per me. E tuttavia in assenza di una legge del genere mi sarebbe consentito farmi infinocchiare dal primo che passa.
censore censore cosa vuoi dimostrare quanto sei fazioso e petulante? con questo tuo prendere delle frasi dalla bibbia ,sembri un testimone di geova ,sei di una noia mortale ,ma sai quanto interessa alla gente di ipazia ,se ne parli ti prendono per pazzo
RispondiElimina"quindi credi che ci debba essere una legge che mi impedisca di fare quello che preferisco, se quello che preferisco e' una boiata? (ovviamente non parliamo di andare ad accoppare gente, intendo esercitare il libero arbitrio nei limiti della mia persona)"
RispondiEliminaNo, credo che ci dovrebbe essere una legge, come effettivamente c'è, che preveda il reato di circonvenzione d'incapace. (E una per apologia di reato, nel caso il suicidio sia a scopo terroristico)
Lo Stato deve intervenire laddove sia evidente - o fondato il sospetto di - una prevaricazione da parte di un soggetto "forte" nei confronti di uno "debole": come avviene, per esempio, nell'ambito di rapporti sessuali tra un adulto e un bambino o di un lavoro sottopagato.
RispondiEliminaTanto per ricollegarmi a un tema ultimamente ricorrente, io, che sono favorevole alle ipotesi di divieto del burka, sarei di parere opposto se a indossarlo fosse l'uomo musulmano, e non la donna.
Naturalmente, esistono zone grigie entro le quali è difficile dimostrare che c'è prevaricazione (sempre ammesso che ci sia), come nel caso di donne cattoliche che "accettano e condividono il fatto di rimanere sottomesse al marito", per motivi che mi sembra superfluo sottolineare.
@Anonimo2: A me leggere il Censore piace, non lo trovo nioioso, non lo prendo per pazzo e Ipazia interessa. Se a te no, puoi sempre cambiare blog, no?
RispondiEliminad'accordo con galatea. il trollismo è molto più noioso della bibbia (e del censore, naturalmente).
RispondiEliminaQuanti, infatti, in Cristo siete stati battezzati, avete rivestito Cristo: "e non c’è più né Giudeo né Greco, né schiavo né libero, né uomo né donna."(Gal. 3, 27)
RispondiElimina"Quanti, infatti, in Cristo siete stati battezzati, avete rivestito Cristo: "e non c’è più né Giudeo né Greco, né schiavo né libero, né uomo né donna."(Gal. 3, 27)"
RispondiEliminaE infatti Paolo discriminava le donne e accettava la schiavitù. Come i cristiani suoi discepoli e quelli dopo di lui per secoli.
Il fatto ridicolo poi è che si mettano a discutere se sono false o vere, a parte che come detto son entrate a far parte comunque sia della mentalità che in pratica del testo sacro...e comunque è ridicolo, se una lettera è falsa possono esserlo tutte! Se una lettera è stata scritta da uomini, già di Chiesa, tutto può esser stato aggiunto, corretto, rielaborato, rivisto etc etc. E di fatti è così. E come fai a dire: parola di Dio?
RispondiEliminaInfatti questo è un atteggiamento che non capisco. Sembra quasi che l'autenticità dei loro testi sacri li lasci indifferenti.
RispondiElimina"Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo regnare con voi." ICor,4,8
RispondiEliminala Chiesa invera i principi cristiani nei costumi del luogo e del tempo poiché ha un approccio laico nei confronti della politica...
Paolo predica che uomo e donna, schiavo e libero sono uguali in Cristo ("i preti facciano il loro mestiere!!!"), ma non "si intromette a gamba tesa" nella politica ("la kiesa NON SI DEVE INTROMETTERE in quelle ke sn le regole di 1 STATO SOVRANOOO!!!!")
se Paolo avesse tentato di "IMPORRE" la pratica dell'eguaglianza tra uomo e donna e schiavo e libero sarebbe passato alla storia come una specie di CheGuevara, ma poi non sarebbe stata "UN'INDEBITA INGERENZAAAAA!!!!"...???
ba
"Magari foste diventati re! Così anche noi potremmo regnare con voi." ICor,4,8
RispondiEliminala Chiesa invera i principi cristiani nei costumi del luogo e del tempo poiché ha un approccio laico nei confronti della politica...
Paolo predica che uomo e donna, schiavo e libero sono uguali in Cristo ("i preti facciano il loro mestiere!!!"), ma non "si intromette a gamba tesa" nella politica ("la kiesa NON SI DEVE INTROMETTERE in quelle ke sn le regole di 1 STATO SOVRANOOO!!!!")
se Paolo avesse tentato di "IMPORRE" la pratica dell'eguaglianza tra uomo e donna e schiavo e libero sarebbe passato alla storia come una specie di CheGuevara, ma poi non sarebbe stata "UN'INDEBITA INGERENZAAAAA!!!!"...???
ba
Io credo che l'impostazione paolina ripresa nella prima lettera a Timoteo, possa avere influenzato anche le relazioni di genere (uomo-donna) nel diritto islamico (Fiq).
RispondiEliminaNel messaggio cristiano, una cosa è la parola di Gesù (per come viene riportata nei Vangeli), una cosa le interpretazioni o le successive elaborazioni di taluni Padri della Chiesa, la cui parola non è la parola di Cristo.
L'azione di Cirillo contro Ipazia è un chiaro esempio di mistificazione. Si sostiene che l'interpretazione di un uomo della parola di Cristo, sia parola di Cristo essa stessa ...
«Nel messaggio cristiano, una cosa è la parola di Gesù (per come viene riportata nei Vangeli), una cosa le interpretazioni o le successive elaborazioni di taluni Padri della Chiesa, la cui parola non è la parola di Cristo.»
RispondiEliminaSe consideri che questo brano "paolino" è, con tutta probabilità, un'interpolazione, è chiaro che i cristiani non si facciano remore a rielaborare il pensiero che ricevono.
"Se consideri che questo brano "paolino" è, con tutta probabilità, un'interpolazione, è chiaro che i cristiani non si facciano remore a rielaborare il pensiero che ricevono".
RispondiEliminaChe significa "rielaborare"? Tradurre interpretando? E' un termine improprio il tuo. "Pensiero che ricevono" da chi? Dalla CEI? Spiegati meglio.
«Che significa "rielaborare"? Tradurre interpretando?»
RispondiEliminaNo, mutarne il significato più o meno radicalmente.
«"Pensiero che ricevono" da chi? Dalla CEI? Spiegati meglio.»
Da coloro che vivono prima di loro: Gesù, Paolo, gli apostoli, gli evangelisti, i cristiani dei primi secoli, eccetera eccetera.
Non credo che sia stato mutato il significato di ciò che ha detto Gesù, Paolo ecc. Nel caso della lettera a Timoteo così era e così ci è stata tramandata. Purtroppo non era di Paolo, probabilmente. Bisogna semmai chiedersi perché un testo così evidentemente poco paolino sia stato attribuito al suo epistolario. Ma non è un testo rielaborato. Ci sono magari dei problemi di traduzione, con tutti i libri della Bibbia, antico e nuovo testamento, problemi che ancora non sono stati risolti. Ma questi problemi di traduzione non significano manomissione intenzionale dei testi.
RispondiEliminaForse non mi sono spiegato. Alcuni cristiani non si sono fatti scrupolo di attribuire a Paolo pensieri non suoi, come tu stesso hai detto. Altri hanno manipolato i vangeli (ad esempio introducendo il finale del Vangelo secondo Marco, o la pericope dell'adultera, eccetera); gli evangelisti Matteo e Luca hanno ripreso il testo marciano modificandolo e adattandolo alla propria "teologia", e così via.
RispondiEliminaVoglio dire che, a parte la manipolazione del testo (che è avvenuta, a differenza di quanto affermi), vi è stata una manipolazione del pensiero, del messaggio, così come ricevuto dai maestri.
Considera, ad esempio, Paolo, che Gesù non l'ha neppure conosciuto; malgrado ciò si è opposto agli apostoli, affermando che ciò che loro insegnavano (riguardo alla circoncisione o al pasto coi gentili) non era giusto. E tutto ciò in nome del suo "vangelo", non derivato dagli insegnamenti di Gesù ma da una visione che egli ha avuto.