lunedì 12 aprile 2010

Contraddizioni evangeliche: tradimento e morte di Giuda


Dopo una piccola pausa, ecco il quinto post dedicato alle contraddizioni evangeliche, riprese dal libro Jesus, Interrupted di Bart Ehrman.

Precedentemente ho analizzato l'episodio della cacciata dei mercanti dal Tempio, quello dell'ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme, le contraddizioni riguardo il giorno della morte di Gesù, oltre ad un post "fritto misto" su quattro contraddizioni o errori nella narrazione della passione di Gesù.

Con questo post vorrei riproporre le considerazioni di Bart Ehrman sul tradimento di Giuda e sulla sua morte (pagine 45-47 del libro).

Motivazioni del tradimento

Ehrman inizia elencando le motivazioni per il tradimento di Giuda proposte dai quattro vangeli canonici. Ecco cosa dicono i vangeli sinottici.

Vangelo secondo Marco, 14:
10 Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai sommi sacerdoti, per consegnare loro Gesù. 11 Quelli all'udirlo si rallegrarono e promisero di dargli denaro. Ed egli cercava l'occasione opportuna per consegnarlo.
Vangelo secondo Matteo, 26.
14 Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti 15 e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. 16 Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.
Vangelo secondo Luca, 22:
3 Allora satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era nel numero dei Dodici. 4 Ed egli andò a discutere con i sommi sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo nelle loro mani. 5 Essi si rallegrarono e si accordarono di dargli del denaro. 6 Egli fu d'accordo e cercava l'occasione propizia per consegnarlo loro di nascosto dalla folla.
La dipendenza tra i testi dei sinottici è evidente: in tutti e tre Giuda si reca dai sommi sacerdoti, in tutti e tre questi si «rallegrano» e gli promettono del denaro, in tutti e tre Giuda inizia a cercare l'occasione propizia per tradire Gesù.


Le differenze riguardano la motivazione che spinge Giuda a tradire. Il Vangelo secondo Marco non ne fa esplicita menzione. Nel Vangelo secondo Matteo, invece, si dice espressamente che fu Giuda a chiedere del denaro per il suo tradimento. L'autore del Vangelo secondo Luca è invece l'unico ad informarci del fatto che, prima che Giuda si rechi dai sommi sacerdoti, Satana entra dentro di lui.

Giovanni, invece, si discosta come suo solito dai sinottici, e racconta di una rivelazione che Gesù fa ai propri apostoli.

Vangelo secondo Giovanni, 6:
70 Rispose Gesù: «Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!». 71 Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici.
In Giovanni, dunque, Giuda è definito "diavolo" da Gesù: verosimilmente l'autore vuol farci capire che Giuda è cattivo e tradisce per questo motivo.

Morte di Giuda

Giuda tradisce Gesù consegnandolo ai suoi nemici, iniziando una catena di eventi che porta alla morte di Gesù. Ma cosa accade a Giuda? Il Vangelo secondo Marco e il Vangelo secondo Giovanni non menzionano il suo destino.

Nel Vangelo secondo Matteo si narra (capitolo 27):
3 Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e agli anziani 4 dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «Che ci riguarda? Veditela tu!». 5 Ed egli, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi. 6 Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: «Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue». 7 E tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri. 8 Perciò quel campo fu denominato "Campo di sangue" fino al giorno d'oggi. 9 Allora si adempì quanto era stato detto dal profeta Geremia: E presero trenta denari d'argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato, 10 e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.
Nel Vangelo secondo Luca non vi è traccia del destino di Giuda, ma l'autore di Luca scrisse anche gli Atti degli apostoli, dove invece è narrata un'altra versione dei fatti.

Atti degli apostoli, 1:
18 Giuda comprò un pezzo di terra con i proventi del suo delitto e poi precipitando in avanti si squarciò in mezzo e si sparsero fuori tutte le sue viscere. 19 La cosa è divenuta così nota a tutti gli abitanti di Gerusalemme, che quel terreno è stato chiamato nella loro lingua Akeldamà, cioè Campo di sangue.
Le differenze saltano agli occhi.

In Matteo Giuda si pente, va dai sommi sacerdoti per restituire loro il denaro, poi va ad impiccarsi. Negli Atti Giuda non si pente, non va dai sommi sacerdoti a restituire loro il denaro e non si suicida impiccandosi.

Secondo la versione di Matteo, i sommi sacerdoti prendono il denaro e con esso acquistano il il "campo del vasaio", realizzando così una profezia di Geremia, che però prese il nome di "Campo di sangue", in quanto acquistato col denaro del tradimento di Gesù. Secondo gli Atti, è Giuda che acquista il campo col denaro del tradimento (che quindi non ha restituito) e il nome "Campo di sangue" deriva dal fatto che Giuda cade, si squarcia il ventre e muore.

Ehrman ricapitola queste differenze facendo tre domande:
  1. chi acquista il campo col denaro del tradimento, i sacerdoti, come dice Matteo, o Giuda, come riportato dagli Atti?
  2. come muore Giuda, impiccandosi per il rimorso, come dice Matteo, o cadendo e squarciandosi il ventre, come narrato dagli Atti?
  3. perché il campo fu chiamato "Campo di sangue", perché fu acquistato col denaro del tradimento di Gesù, come si narra in Matteo, o perché Giuda vi morì violentemente, come riferisce l'autore degli Atti?
Le differenze sono rilevanti e inconciliabili, e non possono essere ignorate.

Alcune di riflessioni

A riguardo di Giuda i libri del Nuovo Testamento non narrano molto di più di quanto scritto qui sopra; malgrado ciò, la sua figura è molto complessa.

Dopo la stesura del Vangelo secondo Marco, il più antico dei canonici, gli evangelisti successivi hanno sentito il bisogno di spiegare le ragioni del tradimento di Giuda, soprattutto Matteo e Luca, i quali hanno indipendentemente l'uno dall'altro proposto un movente legato al denaro e la possessione satanica, rispettivamente.

Eppure queste spiegazioni non sembrano pienamente soddisfacenti, specie alla luce del fatto che il tradimento di Giuda sembra essere un evento necessario della passione, senza il quale la morte e la risurrezione di Gesù non sarebbero potute avvenire. Un indizio dell'esistenza di questa insoddisfazione è l'esistenza del Vangelo secondo Giuda, un testo gnostico in cui Giuda tradisce Gesù, ma lo fa per ordine del suo stesso maestro, in quanto a Giuda è destinata una conoscenza superiore.

La seconda riflessione riguarda un punto tralasciato da Ehrman, e cioè l'erroneo riferimento alla profezia di Geremia contenuto nel racconto del Vangelo secondo Matteo: «9 Allora si adempì quanto era stato detto dal profeta Geremia: E presero trenta denari d'argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato, 10 e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore». Il problema deriva dal fatto che Matteo qui cita una profezia ("E presero trenta denari d'argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato, e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore") che nel libro di Geremia non esiste.

I commentatori cristiani hanno dovuto compiere acrobazie esegetiche di alto livello per affermare che qui Matteo non si riferiva a Geremia, come ha scritto, ma a Zaccaria 11:12-13 ("12 Poi dissi loro: «Se vi pare giusto, datemi la mia paga; se no, lasciate stare». Essi allora pesarono trenta sicli d'argento come mia paga. 13 Ma il Signore mi disse: «Getta nel tesoro questa bella somma, con cui sono stato da loro valutato!». Io presi i trenta sicli d'argento e li gettai nel tesoro della casa del Signore").

Come fa spesso, anche in questo caso l'autore di Matteo cerca di dimostrare che nella vita di Gesù sono soddisfatte le profezie dell'Antico Testamento, ma anche questa volta fa un po' di confusione, dato che la profezia di Zaccaria riguarda il gettare il denaro nel tesoro, mentre Matteo la considera soddisfatta quando con quel denaro, non accreditabile al tesoro del Tempio per motivi di purità, viene acquistato il campo del vasaio.

Infine, un appunto sul "Campo di sangue". Questo terreno, detto in aramaico Akeldamà, esiste realmente ancora oggi. Il caso ha voluto che proprio in questo campo, che secondo Matteo fu acquistato dai sacerdoti per ricavarvi delle sepolture, sia stata ritrovata la sindone di Akeldamà, un'autentica sindone palestinese del I secolo che dimostra come la Sindone di Torino non possa essere autentica.

L'immagine è una miniatura dal Très riches heures du Duc de Berry, raffigurante il suicidio di Giuda.

2 commenti:

  1. E se Giuda fosse stato ucciso violentemente con un coltello che gli abbia lacerato il ventre da uno dei seguaci di Gesù per vendicarlo? Questo spigerebbe l'esecuzione mentre si trovava nel campo che aveva acquistato.

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  2. Il problema è che Giuda, con tutta probabilità, non acquistò nessun campo, come spiegato nell'articolo.

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