domenica 11 aprile 2010

Il Messori incatenato, o Anche gli apologeti si piangono addosso

Vittorio Messori, noto apologeta cattolico, ha pubblicato un post sul suo blog in cui si piange addosso, puntando il dito contro la cattiveria di chi la pensa differentemente da lui.

Piccolo riassunto delle puntate precedenti.
Puntata 1: La cattiva regista austriaca Jessica Hausner gira il film Lourdes, che riceve premi sia dall'organizzazione cinematografica cattolica che dai cattivissimi dell'UAAR.

Puntata 2: Il nostro eroe Vittorio Messori sconfigge i nemici della fede e di Lourdes con un articolo sul Corriere della Sera in cui svergogna il cattivone Emile Zola, colpevole di essersi rimangiato la parola riguardo ad un miracolo mariano. Ma Satana non si dà per vinto, e assume le sembianze del traduttore di Zola, il professor Pierluigi Pellini, il quale, cattivissimo, risponde a Messori sostenendo che l'eroe ha mentito! Il Bene resiste ancora un po', e il Corriere non pubblica la risposta di Pellini, ma Satana ha mille risorse e la risposta di Pellini vede la luce.

Puntata 3: Il cavaliere senza macchia e senza paura (Messori) risponde a Pellini sul proprio blog, in un articolo non linkato nella pagina principale in quanto in attesa di pubblicazione sul Corriere della Sera, ma riportato in lungo e in largo per la blogsfera. Ma il tempo passa e l'articolo non viene pubblicato sul Corrierone: che i cattivi abbiano trionfato?
Ebbene, finalmente il Bene contrattacca: Messori può pubblicare la sua risposta a Pellini. Purtroppo il Male è ancora potente, e quindi la risposta non andrà sulle pagine del Corriere della Sera, ma de Il Timone, "periodico di apologetica popolare". Ma cosa c'è di interessante in questa risposta?

Innanzitutto, Messori ritratta quanto aveva scritto nel primo articolo, confermando quanto scritto da Pellini, ma lo fa tacitamente, senza avvisare i suoi lettori. Certo, conferma altri particolari, la bufala della scommessa di Zola non è più ripetuta.

Ma mi interessa soprattutto il cappello introduttivo della sua risposta. Messori aveva infatti intenzione di presentare la sua risposta come una lettera al direttore del Corriere. Ora che il Corriere non pubblica più la risposta, come invece sbandierato per settimane dal blog di Messori, l'apologeta cristiano inserisce alcune parole di spiegazione per i lettori de Il Timone. E non è che questa spiegazione deponga a favore di Messori, anzi.

Messori afferma: "Mi sono visto aggredito, spesso con autentico odio, su siti Internet,soprattutto per i cenni dedicati a Emile Zola".

Questo vittimismo mi pare infondato e degradante per il nostro autore. Innanzitutto il suo articolo è stato sbugiardato da un professionista, di cui lui non si degna neppure di fare il nome, il quale ha elencato gli errori nell'apologia messoriana, ma non ha certo avuto parole d'odio per l'apologeta. La risposta di Pellini è stata poi ripresa in alcuni blog, non molti, e da una rapida ricerca non mi pare che vi siano "aggressioni con autentico odio", come riporta vittimisticamente Messori: certo i commenti non sono sempre favorevoli, ma uno non può riportare una bufala e attendersi un'ovazione!

Messori continua affermando di aver scritto la risposta sotto forma di lettera al direttore e dicendo: "Di comune accordo [col direttore del Corriere, Ferruccio de Bortoli] abbiamo poi deciso di non pubblicarla sul Corriere, anche per non dare a quegli aggressori la soddisfazione di essere presi sul serio sulle colonne del più diffuso giornale italiano".

L'apologeta dice che la motivazione della mancata pubblicazione della lettera sarebbe stata anche quella di non dare soddisfazione agli aggressori; segno che di motivazioni ne esiste almeno un'altra, e non posso fare a meno di pensare, malignamente, che sia l'insufficienza della sua risposta, forse adatta ai lettori de Il Timone, un po' meno a quelli del prestigioso Corriere.

Messori, però, tace anche ai lettori de Il Timone - che ricordo essere un "periodico di apologetica", in cui Messori dunque "gioca in casa" - l'effettiva fonte delle critiche a lui portate, il professor Pierluigi Pellini, liquidandole come "polemiche avvenute sulla Rete" (cosa vera in parte, dato che l'articolo di Pellini è stato pubblicato su Il Fatto Quotidiano).

Credo che Messori non abbia fatto una bella figura, in questo caso.

La foto è "The Apology Project #2", di Tsar Kasim (CC-by-sa).

5 commenti:

  1. Temo fortemente, sig. Censore, che bruciare nelle fiamme infernali per l'eternità non sia pena sufficiente a farle scontare ciò che sta facendo. Ma stiamo certi che Dio, per amor di giustizia, s'inventerà qualcosa di nuovo e di adeguato, con buona pace dei suoi apprensivi e amorevoli adoratori.

    Saluti

    RispondiElimina
  2. Del resto un Dio dell'amore reo confesso di più di 2.600.000 morti (ma sospettato di averne fatti dieci volte tanti) solo nella Bibbia, sarà in grado di inventarsi qualche tormento sfuggito all'Alighieri.

    Saluti

    RispondiElimina
  3. E sarà anche in ottima compagnia:

    http://bioetiche.blogspot.com/2010/04/le-storie-di-messori.html

    Ma non si aspetti che le possa giovare l'adagio "mal comune mezzo gaudio".

    RispondiElimina
  4. Grazie per la segnalazione.

    Come vede ho citato l'ottimo post di Bioetiche nel mio ultimo post.

    La saluto.
    IlCensore

    RispondiElimina