mercoledì 14 aprile 2010

L'Avvenire su Agora

Venerdì 23 aprile esce nelle sale italiane Agora, film di Alejandro Amenábar dedicato alla figura di Ipazia. Parlai del film undici mesi fa; nel frattempo la distribuzione italiana ha avuto una storia travagliata ma si è conclusa positivamente, con l'acquisto dei diritti da parte di Mikado dopo che nessun distributore l'aveva acquistato per l'uscita a settembre.

La figura di Ipazia mette in sommovimento il mondo cristiano: in quanto donna, scienziata e non cristiana (era pagana), va a toccare nervi scoperti della cultura cristiana, come testimoniato dal tentativo di screditarla da parte di cristiani non certo di scarsa cultura (si veda il post "La seconda morte di Ipazia").

In concomitanza con l'uscita nelle sale, anche il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana, Avvenire - che, per inciso, incassa circa 6 milioni di euro l'anno di contributi statali -, ha dedicato un articolo al film. Anzi, due.

Ipazia cristiana!

Il primo è una rubrica, "Lupus in pagina", di Gianni Gennari, che si intitola "Ipazia: donna cristiana e la storia fatta a fette". La segnalo perché Gennari commette strafalcioni impressionanti per un giornalista, che quantomeno dovrebbe controllare le sue fonti. Il nostro, infatti, reagisce agli articoli che attribuiscono la morte di Ipazia ai cristiani, con una rivelazione sconvolgente: Ipazia era cristiana, ammirata da cristiani (Sinesio di Cirene e Socrate Scolastico) e la sua memoria fu preservata da cristiani!

Magari qualcuno potrebbe spiegare qualche cosa a Gennari. Primo, che Ipazia non era cristiana: era una pagana, una neoplatonica per la precisione. Secondo, Sinesio di Cirene fu suo allievo prima di convertirsi e diventare vescovo, ma le rimase comunque affezionato, come attestano le lettere che le scrisse fino al 413, anno della sua morte; Socrate Scolastico ne parla bene, ma non così la pensavano Cirillo di Alessandria, mandante quanto meno morale del suo assassinio, e Giovanni di Nikiu. Terzo: i cristiani conservarono la memoria di Ipazia perché raccontarono la storia del suo nemico, Cirillo, poi santificato; possiamo sentire l'altra campana solo perché si è conservata la testimonianza di Damascio, filosofo pagano.

La Chiesa arrogante e spietata di Cirillo

Ma l'Avvenire pubblica anche un articolo più serio, informativo ed equilibrato, una polemica di Alessandro Zaccuri intitolata "Una strana Ipazia illuminista". Verso la fine dell'articolo Zaccuri scrive:
[...] con la scena madre della distruzione della Biblioteca da parte dei cristiani il film cambia bruscamente di tono e il gioco delle analogie si fa più evidente. Cirillo e i suoi seguaci, i monaci parabolani, si presentano come una sorta di Gestapo, la Chiesa è una congrega oscurantista e misogina (ma perché anche qui, come già nel Codice Da Vinci, ci si dimentica sempre della Vergine Maria?), [...]

[...] Il risultato è che, al di là delle raffinatezze filologiche di cui Agora è costellato, l’impressione generale che lo spettatore ne ricava è di una Chiesa arrogante e spietata, che si fa scudo del nome di Dio per compiere stragi e perseguitare innocenti.
Il motivo per il quale l'impressione della Chiesa alessandrina che si ricava dal film è di un'organizzazione oscurantista, violenta, intollerante e interessata al potere secolare è, semplicemente, che la Chiesa di Cirillo era proprio così. Sia chiaro: non nego l'esistenza di cristiani sinceri, dalla fede tormentata e interessati all'anima, come non nego le sottigliezze teologiche di Cirillo. Ma l'altra faccia della Chiesa, il suo lato "oscuro" era ben presente.

Anzitutto, la Chiesa di cui parliamo è quella diventata religione lecita da meno di un secolo e religione ufficiale dell'Impero Romano da pochi decenni. I cristiani passano dall'essere vittime a carnefici, da perseguitati a persecutori.

Siamo in un'epoca in cui i cristiani di Callinico mettono a fuoco la locale sinagoga, l'imperatore Teodosio ordina di far pagare la ricostruzione al vescovo locale e il Vescovo di Milano, Ambrogio, si oppone.

Siamo in un'epoca in cui i cristiani di Alessandria guidati dal vescovo Teofilo, zio e predecessore di Cirillo, distruggono il tempio pagano del Serapeo, sede della Biblioteca di Alessandria, con grave perdita per la cultura

Un'epoca in cui lo stesso Cirillo perseguita Ebrei e novaziani (cristiani eretici), in cui monaci provenienti dal deserto entrano ad Alessandria e quasi uccidono il prefetto della provincia.

Siamo, infine, in un periodo in cui una confraternita cristiana dedita alla sepoltura dei morti insepolti, i parabolani, è divenuta una guardia armata del vescovo, dedita a violenze contro pagani, ebrei ed eretici, come quella operata per volere di Teofilo contro presunti eretici, i cosiddetti "lunghi fratelli", in realtà oppositori di Teofilo.

Inoltre, se guardiamo alla realtà alessandrina dell'epoca, gli scontri che coinvolsero Cirillo e i suoi avversari erano lotte per il potere secolare, non per la religione.

Uno dei maggiori oppositori di Cirillo fu infatti il prefetto augustale Oreste. Oreste era un cristiano, ma in quanto funzionario imperiale mal sopportava le continue ingerenze di Cirillo in materie di competenza civile (Zaccuri ha ragione quando parla di paragoni con la nostra epoca); in quanto funzionario imperiale, teneva rapporti con tutte le componenti etnico-religiose della città, cristiani, ebrei e pagani, e proprio per questo era in buoni termini con Ipazia.

Come raccontano fonti cristiane, furono monaci cristiani, provenienti dal deserto di Nitria, ad attentare alla vita di Oreste, che era visto come oppositore di Cirillo, ma la popolazione di Alessandria si schierò dalla parte del suo prefetto e impedì che fosse ucciso. Oreste fece torturare e uccidere il monaco che l'aveva ferito; Cirillo decise allora di farne un martire, Ammonio Thaumasius, ma i suoi fedeli sapevano che il monaco era morto per la sua aggressione e non per la sua fede, e Cirillo fece cadere la storia del martire.

Furono i parabolani, la guardia di Cirillo, a uccidere Ipazia, la donna che consideravano ostacolo alla riconciliazione tra Cirillo e Oreste. Racconta lo storico cristiano Socrate Scolastico (Storia ecclesiastica VII.15) che i parabolani:
dall'animo surriscaldato, guidati da un lettore di nome Pietro, si misero d'accordo e si appostarono per sorprendere la donna mentre faceva ritorno a casa. Tiratala giù dal carro, la trascinarono fino alla chiesa che prendeva il nome da Cesario; qui, strappatale la veste, la uccisero usando dei cocci. Dopo che l'ebbero fatta a pezzi membro a membro, trasportati i brani del suo corpo nel cosiddetto Cinerone, cancellarono ogni traccia bruciandoli. Questo procurò biasimo non piccolo a Cirillo e alla chiesa di Alessandria.
Zacconi termina:
D’accordo, l’intento di Amenábar sarà anche stato quello di mettere in guardia contro i fondamentalismi. Ma allora, petizione per petizione, non si potrebbe chiedere al regista di dedicare il suo prossimo film alle persecuzioni dei cristiani in Paesi come il Pakistan?
Devo dire che questa affermazione da parte di un giornalista che ha per referente l'organizzazione egemone in Italia, con ramificazioni praticamente in tutti gli àmbiti sociali, culturali e politici, mi fa sorridere per la sua ingenuità.

Da una persona come Zacconi, dopo la visione del film, mi sarei atteso due parole due sulla violenta e vile uccisione di Ipazia da parte del braccio armato che la sua Chiesa ha proclamato santo e Dottore della Chiesa.

Ecco l'anteprima italiana del film:


P.S.: a Zacconi che lamenta il fatto che la Chiesa sia dipinta come misogina, "dimenticandosi sempre della Vergine Maria", credo che abbia già risposto egregiamente il regista. Nel trailer si sente un personaggio (Cirillo?) che ripete una frase simile a questa:
Non permetto alla donna d'insegnare, né di usare autorità sul marito, ma ordino che stia in silenzio.
Zacconi le riconosce? Sono parole che i cristiani considerano ispirate, pronunciate da Paolo di Tarso (Prima lettera a Timoteo, 2:12). Parole che hanno segnato l'atteggiamento della Chiesa verso le donne per secoli.

12 commenti:

  1. ah censore censore perchè non di socrate o di archimede parli?

    RispondiElimina
  2. Perché nessuno dei due fu assassinato da fedeli della religione dell'amore.

    Ora rispondi alla mia domanda: ma se questo blog non ti piace, perché ti senti in dovere di commentare ogni post?

    RispondiElimina
  3. a me piace commentare sul tuo blog se non ti dispiace ,mi piace confrontarmi e poi sei un fariseo perchè non parli di migliaia di martiri che nell antica roma e ancora oggi sono uccisi per la loro fede in CRISTO GESù ,ti segnalo un link molto illuminante
    http://www.giudiziouniversale.it/d/articolo/libri/ipazia-16-secoli-di-bugie. e come vedi quello che tu dici non è vero

    RispondiElimina
  4. Mi dispiace che i tuoi commenti siano sempre irrispettosi (come quanto mi dai del fariseo - a proposito, lo sapevi che era fariseo anche Saulo di Tarso?) e poco centrati sull'argomento del post.

    Prendi spunto da quanto scrivo per commenti fuori luogo.

    Prendi questo ultimo. "perchè non parli di migliaia di martiri che nell antica roma e ancora oggi sono uccisi per la loro fede in CRISTO GESù" Che ne parlo a fare? Tanto sono tutti andati in paradiso, no? Come si trova in paradiso Cirillo, quel bravo vescovo di Alessandria che è stato fatto santo e Dottore della Chiesa.

    Per quanto riguarda l'articolo da te citato, l'autore mostra buone intenzioni, ma è male informato, infatti racconta "un gruppo di monaci venuti dal deserto (i cosiddetti parabolani) per servire il vescovo, a che titolo non sappiamo, assaltarono il carro del prefetto e riuscirono a ferirlo con una sassata.". Se hai letto i miei post a riguardo dovresti subito accorgerti dell'errore grossolano: qual è?

    RispondiElimina
  5. mi piacerebbe tanto che anche tu scropissi come san paolo la fede in CRISTO GESù

    RispondiElimina
  6. E scoprire, invece, quale combinazione di tasti dà le maiuscole accentate, no?

    RispondiElimina
  7. ...o, meglio, capire che scrivere tutto maiuscolo significa GRIDARE, no?

    Noto, mio caro anonimo (a quando la firma), che anche stavolta ti sei limitato a lasciare un messaggio propagandistico, invece di spiegare cosa ritieni essere errato nel mio ragionamento.

    RispondiElimina
  8. o dio ti prego converti questo censore ,fa o gesù che possa conoscerti e amarti
    SIA LODATO GESù CRISTO
    OGGI è SEMPRE SIA LODATO
    e lo scrivo in maiuscolo per gridarlo a tutti
    paulus

    RispondiElimina
  9. È un burlone, è un burlone!
    Ecco perché, istintivamente, ero mosso da simpatia nei suoi confronti.
    Grande Paulus, avanti così!
    Ad maiora.

    RispondiElimina
  10. Però, dai: la difesa di Gennari http://www.avvenire.it/GiornaleWEB2008/Templates/Pages/ColumnPage.aspx?IdRubrica=.lupus&TitoloRubrica=Lupus%20in%20pagina&IdArticolo=e76c3020-39ab-40b9-95fc-4a5ef7b2dda6&Autore=Gianni%20Gennari
    è meravigliosa: dovendo ammettere a denti stretti che i parabolani erano cristiani, li ridimensiona ad una setta di fanatici, che bruciarono sì la Biblioteca di Alessandria, ma diamine, i cristiani hanno salvato poi "tutti" i testi dei pagani! E quanto al pregiudizio di S.Paolo contro le donne, mica era di S.Paolo, quello lo mutua dalla cultura greca e romana. Quindi, in pratica: quando c'è qualcosa di cui non si può andar fieri, è colpa della cultura precedente, od di isolati gruppi di fanatici, quando c'è qualche merito, se lo prendono i cristiani. E vai così.

    RispondiElimina
  11. Avevo citato l'articolo di Gennari solo per il divertente strafalcione, quello importante era quello più serio di Zaccuri.

    Comunque, se Luciano Canfora è Canfora e Gianni Gennari è Gennari, una spiegazione c'è: guardacaso, fu il vescovo di Alessandria Teofilo (zio e predecessore di Cirillo) a dirigere i parabolani contro la biblioteca; inoltre fu Paolo a proferire quelle parole, scegliendo di limitare l'uguaglianza femminile solo alla sfera religiosa.

    Saluti, e complimenti per il blog.

    IlCensore

    RispondiElimina
  12. Pur essendo Cristiano trovo ammirevole la tua narrazione: le responsabilità del Sigillo dei Padri, Dottore della Chiesa, Santo Cirillo Patriarca di Alessandria sono evidenti - e non solo per la morte di Ipazia. E' tuttavia importante ricordare che, sebbene Cirillo vinse la sua battaglia interna alla Chiesa, al suo tempo la sua posizione era solo una delle posizioni Cristiane... Unica pecca nel tuo articolo, a mio avviso è la vicenda del Rogo della Biblioteca, che precede di poco Cirillo e che ha la stessa matrice: in realtà, l'idea che la Grande Biblioteca di Alessandria sia stata distrutta dai Cristiani al tempo di Teofila è oggi vista con notevole perplessità da molti studiosi. Nei secoli seguenti si hanno evidenze serie che la Grande Biblioteca era ancora presente ad Alessandria. E in ogni caso la Biblioteca di Giove Serapide non era la Grande Biblioteca. Era la biblioteca annessa al Tempio e conteneva Testi Sacri Pagani. I Cristiani, al tempo dello Zio di Cirillo bruciarono esattamente quella Biblioteca - e si capisce bene perché. Beninteso, la cosa non è meno grave... se oggi non capiamo la maggior parte dei testi etruschi lo si deve a questo atto e a molti altri atti del genere. MA la Biblioteca di Serapide non era la Biblioteca di Alessandria - anche se il film mantiene al riguardo una certa ambiguità.

    RispondiElimina